LA FILIERA LATTIERO CASEARIA: STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE

lunedì 12 settembre 2016, sala 1, Ingresso Italo-Orientale del Centro Congressi Fiera del Levante – Bari, ore 9.00-13.00

Come affrontare la grave crisi che da anni attanaglia la filiera lattiero-casearia italiana?
Come risollevare le sorti di un comparto produttivo di fondamentale importanza per la Puglia e per l’Italia intera?
Come tutelare tradizioni regionali che esprimono eccellenze nel gran numero di prodotti di qualità?

In sintesi, con quali strumenti la filiera lattiero-casearia può tornare ad essere competitiva sul mercato internazionale e ad essere remunerativa soprattutto per le aziende del Mezzogiorno d’Italia?

Se ne discute lunedì 12 settembre, dalle ore 9:00, nella sala 1 della Fiera del Levante di Bari, durante la conferenza pubblica indetta dal PD e alla quale parteciperanno esperti di settore, amministratori pubblici e tecnici di marketing e sviluppo commerciale con l’obiettivo di individuare una politica di filiera che non solo faccia massa critica a livello produttivo, ma anche a livello istituzionale per promuovere e difendere la produttività della macro-area meridionale. A tale scopo abbiamo coinvolto il ministero delle Politiche Agricole e le Istituzioni Locali.

La situazione, infatti, è estremamente complessa: l’Italia non è autosufficiente ed è costretta ad importare dal Nord-Europa il doppio della materia prima necessaria, tra produzione e consumo interno. Il quadro si è ulteriormente aggravato con l’abolizione, nell’aprile 2015, delle quote latte europee che ha fatto crollare del 25% il prezzo del latte ed ha inasprito il divario già esistente sul mercato, sbilanciandolo ulteriormente a favore del Nord-Italia che detiene il 70% della produzione nazionale.

La liberalizzazione del mercato, se in chiave economica può essere letta positivamente, in chiave produttiva può provocare un ulteriore incentivo all’abbandono da parte degli allevatori meridionali, che si sentono sempre più soli e incapaci di competere. Un dato estremamente significativo è rappresentato dal numero degli allevatori italiani: oggi circa 30.000, rispetto alle 100.000 aziende esistenti 25 anni fa.

La Distribuzione Moderna, schiacciata dalla crisi dei consumi e dai costi di gestione, spesso non collabora con le imprese di trasformazione, che a loro volta per competere svalorizzano e impoveriscono la loro produzione.

La capacità dei singoli Stati dovrà essere, dunque, quella di guardare a questo cambiamento nell’ottica di un’opportunità di stimolo alla creazione di reti di impresa e reti di mercati all’interno della filiera lattiero-casearia (produzione, trasformazione e commercializzazione) e nell’ottica di un lavoro politico comune per macro-aree con l’obiettivo di superare le difficoltà e generare un circolo virtuoso che sia modello di sviluppo per tutto il settore di riferimento.

Puglia, Campania, Calabria e Basilicata, nell’insieme, detengono il 10% della produzione nazionale e un gran numero di prodotti di eccellenza, ottenuti da latte vaccino, bufalino, caprino e ovino, che fanno di questi territori un unicum produttivo che non ha eguali in Italia. Ecco, dunque, la necessità di tutelare e promuovere la creazione di una rete di mercato coerente con la filosofia di sostenibilità ambientale e salvaguardia dei territori rurali.

Questa è anche la filosofia della nuova direttrice della PAC per la gestione dei prossimi programmi di sviluppo nazionali e locali.

Non resta, dunque, che coglierne le opportunità.